_IL VOTO DI FIDUCIA A MONTI: ANALISI DEL LINGUAGGIO DEI PROTAGONISTI
di Alessandro Mancinella
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I
passaggi parlamentari per l’elezione di Monti come Primo Ministro del Governo
italiano offrono la possibilità di analizzare il linguaggio adottato dai
diversi schieramenti politici che si trovano a confrontarsi in uno scenario
particolarmente anomalo per il contesto politico italiano, ovvero l’appoggio ad
un governo da parte della Destra, del Centro e della Sinistra. Ma è possibile
rintracciare dal linguaggio utilizzato indizi che indichino come si evolverà il
Governo Monti, in che modo i partiti si pensano e pensano al particolare
momento storico? In che modo sono in
sintonia con l’idea politica del Governo Monti e in che modo sono in sintonia
tra loro? Qual è il progetto politico che si traduce in identità e quanto
corrisponde all’idea del Governo? Qual è la distanza che c’è tra i partiti e il
Governo in carica, e tra i partiti stessi? Abbiamo provato ad analizzare i
discorsi che si sono tenuti al Senato (17/11/2011) e alla Camera (18/11/2011) dal
Presidente e dai partiti con le loro intenzioni di voto, attraverso un software
ad hoc che offre un’analisi semiologica del linguaggio utilizzato dagli attori
in gioco, che consente di evidenziare la loro componente inconscia e metterla
in relazione con le dichiarazioni di intenti.
Sono emersi due fattori con due polarità contrapposte che rappresentano gli organizzatori inconsci dei discorsi del 17 e 18 novembre. Sul primo fattore, quello orizzontale che potremmo definire “res pubblica”, da un lato troviamo una dimensione molto razionale e scarna emotivamente che fa capo all’ideale di “buona amministrazione”, tutta incentrata sulla contabilità e la finanza, sui conti da far tornare. Il gruppo di parole più significative sono: RIDURRE, IMPRESA, PENSIONE, GIOVANE, RISCHIO, SACRIFICIO, EQUITA’. Dall’altro lato abbiamo un gruppo di parole che connotano la politica nella sua dimensione di “Amico vs Nemico”, quindi fortemente emotivo, nel suo carattere di lotta continua e rivendicazione, di continua sospensione in un limbo temporale cristallizzato: BERLUSCONI, DIMISSIONI, RIVENDICARE, RICORDARE, GRAZIA, SCONFITTO. L’asse verticale è caratterizzato da un aspetto che potremmo definire del “qui ed ora” ovvero della lettura della particolare situazione che sta attraversando l’Italia. Da un lato troviamo l’aspetto dell’ “emergenza”, pretestuale al proprio mandato politico per trovare legittimazione sociale alle proprie azioni: MEZZOGIORNO, FEDERALISMO, CONTRIBUIRE, LOTTA, ASCOLTARE, MODERNIZZARE, PROBLEMA. Dall’altro lato troviamo, invece, un gruppo di parole che rimandano ad una delega quasi totale nel governo che si sta insediando: FAVORE, PERSONALITA’, DECISIONE, DURARE, ACCETTARE.
Vediamo ora come i soggetti coinvolti si collocano all’interno dello spazio delineato, ed osserviamo le distanze tra di essi e proviamo ad analizzare le loro “posizioni”
Sono emersi due fattori con due polarità contrapposte che rappresentano gli organizzatori inconsci dei discorsi del 17 e 18 novembre. Sul primo fattore, quello orizzontale che potremmo definire “res pubblica”, da un lato troviamo una dimensione molto razionale e scarna emotivamente che fa capo all’ideale di “buona amministrazione”, tutta incentrata sulla contabilità e la finanza, sui conti da far tornare. Il gruppo di parole più significative sono: RIDURRE, IMPRESA, PENSIONE, GIOVANE, RISCHIO, SACRIFICIO, EQUITA’. Dall’altro lato abbiamo un gruppo di parole che connotano la politica nella sua dimensione di “Amico vs Nemico”, quindi fortemente emotivo, nel suo carattere di lotta continua e rivendicazione, di continua sospensione in un limbo temporale cristallizzato: BERLUSCONI, DIMISSIONI, RIVENDICARE, RICORDARE, GRAZIA, SCONFITTO. L’asse verticale è caratterizzato da un aspetto che potremmo definire del “qui ed ora” ovvero della lettura della particolare situazione che sta attraversando l’Italia. Da un lato troviamo l’aspetto dell’ “emergenza”, pretestuale al proprio mandato politico per trovare legittimazione sociale alle proprie azioni: MEZZOGIORNO, FEDERALISMO, CONTRIBUIRE, LOTTA, ASCOLTARE, MODERNIZZARE, PROBLEMA. Dall’altro lato troviamo, invece, un gruppo di parole che rimandano ad una delega quasi totale nel governo che si sta insediando: FAVORE, PERSONALITA’, DECISIONE, DURARE, ACCETTARE.
Vediamo ora come i soggetti coinvolti si collocano all’interno dello spazio delineato, ed osserviamo le distanze tra di essi e proviamo ad analizzare le loro “posizioni”
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Partiamo
dai discorsi generali, quindi l’unione degli interventi tenuti al Senato e alla
Camera. Il discorso “totale” di Monti tende a collocarsi a ridosso del gruppo
di parole sulla “buona amministrazione” e a metà via tra il cluster “emergenza”
e “delega”. Dunque delle parole che lasciano poco spazio all’emotività e
tutto incentrate sulle cose da fare. Questo lascia poco spazio a cambiamenti
culturali di largo respiro, lasciando intravedere azioni “una tantum”. Il
soggetto più vicino a Monti (d3,3), nella sua lettura contestuale del periodo
storico, è FLI, che se da un lato è orientato ad una politica della buona
amministrazione dall’altro propone una totale delega al nuovo Governo. L’IDV si
colloca in posizione particolarmente neutra quasi al centro del piano, ed è il
secondo soggetto per vicinanza (d 7,3) a Monti. Questa centratura potrebbe
essere sintomo di neutralità, di equilibrio oppure di mancanza di idee su come
orientarsi in tale situazione. Sorprendentemente
il terzo partito più vicino a Monti è la Lega (d 8,2) che se da un lato è propensa
ad una buona amministrazione dall’altro però giustifica tale contabilità con
l’emergenza, dunque è l’emergenza che legittima determinate azioni e non c’è
spazio per troppa negoziazione perché si deve agire in fretta. Particolarmente
distanti risultano i partiti che a gran voce hanno proclamato la loro fiducia
al Governo: UDC, PDL; PD. Sono molto vicini tra loro e i discorsi di tutte e
tre sono fortemente caratterizzati dalla politica nella sua accezione di
scontro “Amico vs Nemico” dove la mia identità è sancita dal tuo esserti
rivale, una politica ancorata a vecchi meccanismi e poco incline al cambiamento
e al futuro. Allo stesso tempo i discorsi prevedono una totale delega nel
Governo, rimandando ad esso le decisioni da prendere, scaricandone le
responsabilità. Il PDL è il quarto partito per distanza (d13,5) poi a seguire UDC
(d 13,3) e infine il PD, che risulta essere lo schieramento politico più distante
dal Governo Monti (d 16,5).
Vediamo ora invece come si sono distribuiti i discorsi nei loro interventi nelle rispettive Aule Parlamentari. Partiamo dal Senato. Il discorso di Monti al Senato è tutto concentrato sulle azioni amministrative, contabili da effettuare, è del tutto azzerato il fattore del contesto, quindi sono misure quasi a-contestuali che non vanno nelle direzioni di cambiamenti culturali. Il soggetto più vicino nei discorsi al Senato è l’IDV (d0,65) anch’esso orientato alla contabilità e ad una posizione neutrale sul particolare contesto storico. Secondo per vicinanza è la Lega (d1,24), che presenta una quasi neutralità per l’aspetto contestuale storico ma pone l’accento sul conflitto emotivo nella politica. Terzo risulta essere FLI che utilizza pretestualmente l’emergenza rimanendo ancorato alla cristallizzazione del confitto politico. Quarto è l’UDC, quinto il PDL e per ultimo il PD, come nel discorso “totale”. Quindi i discorsi più estremi sono risultati quello di Monti tutta buona amministrazione e quello del PD tra la delega totale e l’eterna e cristallizzata conflittualità politica.
Vediamo ora invece come si sono distribuiti i discorsi nei loro interventi nelle rispettive Aule Parlamentari. Partiamo dal Senato. Il discorso di Monti al Senato è tutto concentrato sulle azioni amministrative, contabili da effettuare, è del tutto azzerato il fattore del contesto, quindi sono misure quasi a-contestuali che non vanno nelle direzioni di cambiamenti culturali. Il soggetto più vicino nei discorsi al Senato è l’IDV (d0,65) anch’esso orientato alla contabilità e ad una posizione neutrale sul particolare contesto storico. Secondo per vicinanza è la Lega (d1,24), che presenta una quasi neutralità per l’aspetto contestuale storico ma pone l’accento sul conflitto emotivo nella politica. Terzo risulta essere FLI che utilizza pretestualmente l’emergenza rimanendo ancorato alla cristallizzazione del confitto politico. Quarto è l’UDC, quinto il PDL e per ultimo il PD, come nel discorso “totale”. Quindi i discorsi più estremi sono risultati quello di Monti tutta buona amministrazione e quello del PD tra la delega totale e l’eterna e cristallizzata conflittualità politica.
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Per
ultimo vediamo i discorsi alla Camera. Osserviamo un forte cambiamento
di tendenza da parte del Governo, rispetto al discorso tenuto al Senato, che va
ad inserirsi in quella zona del piano culturale dove risiedono cristallizzati i
partiti animati dal conflitto e con delega assoluta nel Governo. Monti con le
sue parole va dalla loro parte condividendo l’aspetto di conflitto che anima la
politica italiana rimarcando e
ricordando ciò che è stato e come si è giocata la disputa politica negli ultimi
anni, ma allo stesso tempo reagisce alla delega percepita nei suoi confronti
offrendo la sua di delega alla stabilità del governo ai partiti. Il partito più vicino risulta essere di nuovo
l’IDV (d3,02)nella sua posizione di totale mediana, e di neutralità. Troviamo
al secondo posto il PDL (d 5,3) , terzo ma molto vicino al PDL il PD (d 6,7),
un po’ più staccato l’UDC (d11,4) che
qui alla camera accentua i suoi toni di delega e di conflitto. FLI (d25,8), che
nel discorso al Senato era su una posizione di delega e conflittualità, qui si
trova nella posizione che aveva avuto Monti al Senato. Sembra quasi un
inseguimento quello di FLI nei confronti del Governo Monti. Staccatissimo
questa volta è il discorso della LEGA (d 31,7), anch’esso cambia tendenza nei
confronti del Senato, abbandonando una posizione apparentemente moderata e
trasformandosi in un intervento più estremo, anche nei confronti di tutti gli
altri partiti, ad eccezione dell’UDC anch’esso estremizzato sul versante
opposto.
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CONCLUSIONI
Il Governo dopo le sue dichiarazioni di intenti al Senato ha forse preso consapevolezza che gli schieramenti ai quali spetta la sopravvivenza del Governo sono ancora bloccati nella loro conflittualità ed ha cercato contro-proponendone la delega nel farli riflettere con maggiore consapevolezza, spostando il focus sulle misure da adottare. Particolarmente interessante è osservare una totale sovrapposizione delle parole utilizzate dal PD e quella dal PDL, che nel loro senso emozionale non differiscono. Il Governo dovrà essere bravo nel far dialogare i due partiti si con lo stesso linguaggio ma su altre questioni. Sembra essere ancora troppo forte il loro obiettivo di offrire agli elettori una determinata immagine dell’operato del governo Berlusconi IV. Anche l’UDC è imbrigliato in queste dinamiche con diversa intensità al Senato e alla Camera (a volte più delegante a volte più emotivamente coinvolta nel conflitto). L’IDV resta nella sua posizione di totale neutralità occupando perfettamente il centro del piano sia nei discorsi per le aule sia nel discorso totale. Mancanza di idee e di identità, di come collocarsi? FLI è il partito che cerca con maggiore insistenza un’osmosi con il pensiero del Governo provando ad innescare un processo di fiducia incondizionata accompagnata da una omologazione dei suoi contenuti e significati. La Lega che nel discorso totale non è molto distante da Monti, anche per via di un discorso moderato al Senato che poi è stato annullato da quello alla Camera, dimostra la sua “estraneità ai fatti”. Sembra quasi alienato e poco incline alla contrattazione restando anch’egli cristallizzato agli aspetti di emergenza che non consento tempi di riflessione, di negoziazione e ascolto dell’altra parte.
Alessandro Mancinella
23/11/11
Il Governo dopo le sue dichiarazioni di intenti al Senato ha forse preso consapevolezza che gli schieramenti ai quali spetta la sopravvivenza del Governo sono ancora bloccati nella loro conflittualità ed ha cercato contro-proponendone la delega nel farli riflettere con maggiore consapevolezza, spostando il focus sulle misure da adottare. Particolarmente interessante è osservare una totale sovrapposizione delle parole utilizzate dal PD e quella dal PDL, che nel loro senso emozionale non differiscono. Il Governo dovrà essere bravo nel far dialogare i due partiti si con lo stesso linguaggio ma su altre questioni. Sembra essere ancora troppo forte il loro obiettivo di offrire agli elettori una determinata immagine dell’operato del governo Berlusconi IV. Anche l’UDC è imbrigliato in queste dinamiche con diversa intensità al Senato e alla Camera (a volte più delegante a volte più emotivamente coinvolta nel conflitto). L’IDV resta nella sua posizione di totale neutralità occupando perfettamente il centro del piano sia nei discorsi per le aule sia nel discorso totale. Mancanza di idee e di identità, di come collocarsi? FLI è il partito che cerca con maggiore insistenza un’osmosi con il pensiero del Governo provando ad innescare un processo di fiducia incondizionata accompagnata da una omologazione dei suoi contenuti e significati. La Lega che nel discorso totale non è molto distante da Monti, anche per via di un discorso moderato al Senato che poi è stato annullato da quello alla Camera, dimostra la sua “estraneità ai fatti”. Sembra quasi alienato e poco incline alla contrattazione restando anch’egli cristallizzato agli aspetti di emergenza che non consento tempi di riflessione, di negoziazione e ascolto dell’altra parte.
Alessandro Mancinella
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