Il 23 ottobre la Turchia viene colpita da un sisma di magnitudo di 6,6 con una stima di 511 morti; lo stesso giorno sul circuito di Sepang in Malaysia muore Marco Simoncelli; il 26 ottobre un alluvione travolge la Liguria e la Toscana.
Abbiamo provato ad analizzare in che modo i media nazionali (i maggiori quotidiani) abbiano raccontato queste giornate di morte prendendo ad esame l'arco di una settimana a partire dal giorno del decesso. L'aspetto che subito rimbalza agli occhi riguarda il numeri degli articoli. In media i principali giornali italiani hanno dedicato alla notizia della morte di Simoneclli 36 articoli e l'eco della notizia si è protratto fino al 6 novembre (giorno di chiusura del motomondiale); per quanto riguarda l'alluvione della Lunigiana del 26 abbiamo una media di 20 articoli e l'eco della notizia si è protratto fino al 3 novembre (alimentato anche dall'alluvione di Genova); il terremoto in Turchia ha avuto una media di 5 articoli con l'eco terminato il 26 ottobre. Questo è un necessario cappello alla lettura semiologica delle parole principali che hanno caratterizzato il raccontare questi eventi. Le tre notizie si sono collocate in maniera netta su tre piani diversi che possono, pertanto, rappresentare tre diverse modalità di pensare e raccontare l'evento-notizia. Le parole maggiormente usate nel raccontare la morte di Simoncelli e che hanno avuto il trend di presentarsi insieme negli articoli sono RICORDARE; FRATELLO; INCIDENTE; PADRE; DOLORE. L'emozione che trasmettono queste parole è di dolore per un familiare che all'improvviso ci ha lasciati. Sembra che venga richiesta una forte partecipazione emotiva del lettore-spettatore come quando la morte ci entra dentro le mura di casa e colpisce la nostra famiglia in prima persona soprattutto quando avviene in maniera violenta e inaspettata. Ecco quindi che si fa leva sul dolore innaturale che un padre è costretto a provare per la morte di un figlio, cosa che va contro l'ordine naturale delle cose, per esprimere un evento così drammatico; lo si fa provando a puntare l'ottica sul rapporto padre-figlio che subito innesca processi di identificazione ed empatia.
Per il racconto dell'alluvione della Lunigiana si sono utilizzate un gruppo di parole come CHIUDERE, ISOLATO, CITTADINO, RIPRISTINARE, ECCEZIONALE. Se con la morte di Simoncelli si chiede allo spettatore di essere membro di una famiglia allargata, con la descrizione dell'alluvione invece lo si è riportato alla sua condizione di cittadino vulnerabile alle calamità naturali. Con un certo cinismo siamo costretti a sottolineare come la notizia delle morti qui passi in secondo piano per dar spazio alla sensazione di disagio che ci investe nel momento in cui ci accade un evento eccezionale e di fronte al quale sembra che possiamo imboccare una sola strada: quella della lamentela. Si è soli di fronte alla natura, si è soli dinanzi alle istituzioni. La sensazione di frustazione che qui viene sollecitata è molto diversa rispetto a quella descritta ed evocata per la morte di Simocelli. Qui si parla di evento eccezionale, lì di incidente. Se di fronte ad una morte improvvisa non ci sono strategie preventive che si possano intraprendere per i casi delle morti per alluvione resta sempre l'incognita di un qualcosa che è mancato, pertanto la frustazione va accentuata. Inoltre va sottolineato l'utillizzo di due verbi molto proiettati nel tempo come Ricordare (per la morte di Simoncelli) e Ripristinare (per l'alluvione) come possibili antidoti a questa impotenza. Se da un lato ci si tuffa nel passato per provare ad alleviare il dolore, nell'altro caso bisogna subito guardare al futuro, non pensare troppo a quello che è successo, per far sì che la situazione torni alla normalità. Normalità che è impossibile ripristinare in una famiglia, normalità che però deve essere subito rigarantita di fronte alla morte collettiva.
La descrizione del terremoto in Turchia colpisce per la sua scarsa rilevanza di attenzione prestata. E' l'evento che ha portato via con sè più morti dei precedenti eventi, 511 in data odierna, eppure la sua notizia si è esaurita in tre giorni.Probabilmente dei tre eventi è quello più imprevedibile e più fortemente legato alla natura e ad i suoi "movimenti" eppure nella sua narrazione emerge più il rapporto dell'uomo con le istituzioni (PRESIDENTE, INTERVENTO, EMERGENZA, SICUREZZA) che con la natura a differenza degli due altri eventi. Eppure potremmo considerare la morte di Simoncelli e quelle delle alluvioni più fortemente legate al fattore umano, invece compaiono più la sua sfera di innaturalità, un padre che deve seppelire il figlio, e di impotenza di fronte alla forza della natura, Isolato quindi da solo ed eccezionale quindi impotente.
Come una pietra gettata in un fiume i tre eventi rappresentano gli anelli che si formano in superficie, più la pietra colpisce il nostro nucleo (familiare) più la sua foma è definità e ci appartiene e riguarda, più si allontana, anche in termini di distanza più sembra non riguardarci.
Alessandro Mancinella 08/12/2011
Abbiamo provato ad analizzare in che modo i media nazionali (i maggiori quotidiani) abbiano raccontato queste giornate di morte prendendo ad esame l'arco di una settimana a partire dal giorno del decesso. L'aspetto che subito rimbalza agli occhi riguarda il numeri degli articoli. In media i principali giornali italiani hanno dedicato alla notizia della morte di Simoneclli 36 articoli e l'eco della notizia si è protratto fino al 6 novembre (giorno di chiusura del motomondiale); per quanto riguarda l'alluvione della Lunigiana del 26 abbiamo una media di 20 articoli e l'eco della notizia si è protratto fino al 3 novembre (alimentato anche dall'alluvione di Genova); il terremoto in Turchia ha avuto una media di 5 articoli con l'eco terminato il 26 ottobre. Questo è un necessario cappello alla lettura semiologica delle parole principali che hanno caratterizzato il raccontare questi eventi. Le tre notizie si sono collocate in maniera netta su tre piani diversi che possono, pertanto, rappresentare tre diverse modalità di pensare e raccontare l'evento-notizia. Le parole maggiormente usate nel raccontare la morte di Simoncelli e che hanno avuto il trend di presentarsi insieme negli articoli sono RICORDARE; FRATELLO; INCIDENTE; PADRE; DOLORE. L'emozione che trasmettono queste parole è di dolore per un familiare che all'improvviso ci ha lasciati. Sembra che venga richiesta una forte partecipazione emotiva del lettore-spettatore come quando la morte ci entra dentro le mura di casa e colpisce la nostra famiglia in prima persona soprattutto quando avviene in maniera violenta e inaspettata. Ecco quindi che si fa leva sul dolore innaturale che un padre è costretto a provare per la morte di un figlio, cosa che va contro l'ordine naturale delle cose, per esprimere un evento così drammatico; lo si fa provando a puntare l'ottica sul rapporto padre-figlio che subito innesca processi di identificazione ed empatia.
Per il racconto dell'alluvione della Lunigiana si sono utilizzate un gruppo di parole come CHIUDERE, ISOLATO, CITTADINO, RIPRISTINARE, ECCEZIONALE. Se con la morte di Simoncelli si chiede allo spettatore di essere membro di una famiglia allargata, con la descrizione dell'alluvione invece lo si è riportato alla sua condizione di cittadino vulnerabile alle calamità naturali. Con un certo cinismo siamo costretti a sottolineare come la notizia delle morti qui passi in secondo piano per dar spazio alla sensazione di disagio che ci investe nel momento in cui ci accade un evento eccezionale e di fronte al quale sembra che possiamo imboccare una sola strada: quella della lamentela. Si è soli di fronte alla natura, si è soli dinanzi alle istituzioni. La sensazione di frustazione che qui viene sollecitata è molto diversa rispetto a quella descritta ed evocata per la morte di Simocelli. Qui si parla di evento eccezionale, lì di incidente. Se di fronte ad una morte improvvisa non ci sono strategie preventive che si possano intraprendere per i casi delle morti per alluvione resta sempre l'incognita di un qualcosa che è mancato, pertanto la frustazione va accentuata. Inoltre va sottolineato l'utillizzo di due verbi molto proiettati nel tempo come Ricordare (per la morte di Simoncelli) e Ripristinare (per l'alluvione) come possibili antidoti a questa impotenza. Se da un lato ci si tuffa nel passato per provare ad alleviare il dolore, nell'altro caso bisogna subito guardare al futuro, non pensare troppo a quello che è successo, per far sì che la situazione torni alla normalità. Normalità che è impossibile ripristinare in una famiglia, normalità che però deve essere subito rigarantita di fronte alla morte collettiva.
La descrizione del terremoto in Turchia colpisce per la sua scarsa rilevanza di attenzione prestata. E' l'evento che ha portato via con sè più morti dei precedenti eventi, 511 in data odierna, eppure la sua notizia si è esaurita in tre giorni.Probabilmente dei tre eventi è quello più imprevedibile e più fortemente legato alla natura e ad i suoi "movimenti" eppure nella sua narrazione emerge più il rapporto dell'uomo con le istituzioni (PRESIDENTE, INTERVENTO, EMERGENZA, SICUREZZA) che con la natura a differenza degli due altri eventi. Eppure potremmo considerare la morte di Simoncelli e quelle delle alluvioni più fortemente legate al fattore umano, invece compaiono più la sua sfera di innaturalità, un padre che deve seppelire il figlio, e di impotenza di fronte alla forza della natura, Isolato quindi da solo ed eccezionale quindi impotente.
Come una pietra gettata in un fiume i tre eventi rappresentano gli anelli che si formano in superficie, più la pietra colpisce il nostro nucleo (familiare) più la sua foma è definità e ci appartiene e riguarda, più si allontana, anche in termini di distanza più sembra non riguardarci.
Alessandro Mancinella 08/12/2011