_I media e il naufragio della Concordia: Analisi del linguaggio del racconto di una settimana
di Alessandro Mancinella
La notizia che dall' inizio 2012 ha più di tutte mobilitato l'interesse mediatico e quello del pubblico è stato sicuramente il naufragio della nave da crociera Concordia. Attraverso il nostro software di analisi semiologica abbiamo provato ad analizzare come i principali quotidiani italiani hanno raccontato questo evento. Abbiamo suddiviso le notizie in base al loro giorno dal naufragio per provare a vedere che tipo di "andamento" hanno assunto i racconti. Una prima analisi evidenzia come ci siano 4 macro-organizzatori inconsci del testo, ovvero 4 modalità prevalenti che hanno organizzato e orientato i testi. Questi macro-organizzatori sono costituiti da gruppi di parole che tendono a comparire con una frequenza statistica significativa insieme. Vediamole:
- Polo di Sinistra: DISPERSO, APPELLO, MORIRE, RICERCA PAURA, PERSONA VITTIMA - Questa polarità è definibile "dell'uomo di fronte alla sua condizione umana": (L'uomo è lasciato solo dinanzi alla sua condizione umana)
- Polo di Destra: PROVVEDIMENTO, GIUDICE, RESPONSABILITA', CARCERE, DECIDERE - Polo "dell'uomo di fronte alle conseguenze delle sue azioni"; (Le azioni dell'uomo necessitano di qualcuno che le giudichi).
- Polo in Alto: MILIONI, EURO, DOLLARI CARBURANTE, EMERGENZA, MINISTRO - Polo del "Azione"; (Le azioni da intraprendere, da fare senza stare troppo a pensare)
- Polo in Basso: STRANIERO, CERCARE, NOTTE, CENA, RACCONTARE, NASCERE - Polo de "Appartenere". (Bisogna far identificare lo spettatore in un gruppo che la pensi allo stesso modo ed avere un nemico esterno che calcifichi i rapporti interni)
Queste polarità-organizzatori dei discorsi si incontrano tra loro dando vita a 4 emozioni-monstre:
Ora vediamo come i vari giorni si sono distribuiti lungo queste aree. Il primo giorno è stato caratterizzato da un'emozione di forte angoscia che fa sentire il lettore solo e frustrato di fronte alle tragedie della vita, una vittima del mondo.
Quindi il giorno del naufragio si è scelto di porre l'accento sull'aspetto angosciante dell'evento e della sua natura eminentemente legata alla condizione umana. Riteniamo che questa modalità così forte sia quella che più di ogni altra può attirare spettatori. Se dovessimo pensarla in termini di narrazone-fiction, potremmo pensare ad uno spettacolare pilot che richiama il pilot utilizzato dagli sceneggiatori di Lost, Cuse-Lindelof, (pensate alle parole utilizzate e al telefilm) per magnetizzare il pubblico.
Ben presto però si lascia da parte l'angoscia per entrare nella dimensione dell'impotenza e frustrazione. I giorni 2 e 3 sono caratterizzati dall'esporre il lettore ad una catastrofe immane dove si può fare poco o nulla. L'impotenza crea sensi di colpa; ci si sente in colpa per non poter far nulla e l'unico modo per poter alleviare tale peso è interessarsi intensamente all'evento, come la partecipazione (soprattutto nella tradizione meridionale) ad un funerale.
Il giorno 4 si prova ad alleviare tale senso di impotenza e frustrazione, delegando la propria rabbia verso le istituzioni. "Che le Istituzioni facciano quacosa !!": in questo caso la Magistratura che doveva prendere dei provvedimenti nei confronti dell'eventuale responsabile della catastrofe. Ma cosa porta dietro di sè una tale delega così violenta? Si aspetta inesorabilmente che l'altro fallisca le nostre aspettative e che ci si possa lamentare di tutto e di tutti. Si arriva così ai giorni 5-6 e 7 dove l'angoscia e la rabbia devono trovare un canale sul quale far convergere le proprie emozioni (distruttive) diventate insopportabili. Emozioni che provocano in chi le prova annichilimento, insopportabilità nella loro gestione e pertanto necessitano di un colpevole che le ha generate. Siamo già forse di fronte ad un processo sul cui banco devono comparire i colpevoli dell'evento. Si deve cercare un colpevole (operazione economica e semplicissima da effettuare) che allevi la complessità della questione e ci faccia sentire tutti bravi cittadini. Il lettore deve essere portato in un territorio incontaminato e incontaminabile, dove le sue emozioni siano sovrane, dove i suoi pensieri sull'accaduto siano già la verità storica, dove, soprattutto, non ci sia spazio per una seria e competente riflessione del suo ruolo e del suo peso nel mondo civile e sociale. Si aspetta così in TV la catastrofe per interessarsi, indignarsi e giudicare.
Quindi il giorno del naufragio si è scelto di porre l'accento sull'aspetto angosciante dell'evento e della sua natura eminentemente legata alla condizione umana. Riteniamo che questa modalità così forte sia quella che più di ogni altra può attirare spettatori. Se dovessimo pensarla in termini di narrazone-fiction, potremmo pensare ad uno spettacolare pilot che richiama il pilot utilizzato dagli sceneggiatori di Lost, Cuse-Lindelof, (pensate alle parole utilizzate e al telefilm) per magnetizzare il pubblico.
Ben presto però si lascia da parte l'angoscia per entrare nella dimensione dell'impotenza e frustrazione. I giorni 2 e 3 sono caratterizzati dall'esporre il lettore ad una catastrofe immane dove si può fare poco o nulla. L'impotenza crea sensi di colpa; ci si sente in colpa per non poter far nulla e l'unico modo per poter alleviare tale peso è interessarsi intensamente all'evento, come la partecipazione (soprattutto nella tradizione meridionale) ad un funerale.
Il giorno 4 si prova ad alleviare tale senso di impotenza e frustrazione, delegando la propria rabbia verso le istituzioni. "Che le Istituzioni facciano quacosa !!": in questo caso la Magistratura che doveva prendere dei provvedimenti nei confronti dell'eventuale responsabile della catastrofe. Ma cosa porta dietro di sè una tale delega così violenta? Si aspetta inesorabilmente che l'altro fallisca le nostre aspettative e che ci si possa lamentare di tutto e di tutti. Si arriva così ai giorni 5-6 e 7 dove l'angoscia e la rabbia devono trovare un canale sul quale far convergere le proprie emozioni (distruttive) diventate insopportabili. Emozioni che provocano in chi le prova annichilimento, insopportabilità nella loro gestione e pertanto necessitano di un colpevole che le ha generate. Siamo già forse di fronte ad un processo sul cui banco devono comparire i colpevoli dell'evento. Si deve cercare un colpevole (operazione economica e semplicissima da effettuare) che allevi la complessità della questione e ci faccia sentire tutti bravi cittadini. Il lettore deve essere portato in un territorio incontaminato e incontaminabile, dove le sue emozioni siano sovrane, dove i suoi pensieri sull'accaduto siano già la verità storica, dove, soprattutto, non ci sia spazio per una seria e competente riflessione del suo ruolo e del suo peso nel mondo civile e sociale. Si aspetta così in TV la catastrofe per interessarsi, indignarsi e giudicare.