La bellezza e l’eleganza del “nemico” Scorpione
di
Michela Tartaglia
di
Michela Tartaglia
Chi davvero ama la natura e gli animali, ama tutti gli animali, anche quelli a cui il luogo comune, la disinformazione e la cultura popolare attribuiscono pericolosità. Gli amici degli animali possono popolare da soli un continente, eppure c’è un equivoco annoso, per cui identificano il bello con il buono e solo il bello-buono deve essere amato e difeso. I cani, i gatti, i coniglietti: i loro cuccioli sono belli, dunque sono anche buoni. Poi ci sono quelli che “nascono buoni”, come tutti gli animali domestici e, sempre per la stessa visuale distorta, sono ”amici dell’uomo”. Ci sono tanti altri animali che proprio buoni non sono, secondo il discorso presuntuoso antropocentrico, tutt’altro che relativistico; ma per la loro forza, per il loro vigore e l’incanto estetico, restano belli: i lupi, i leoni, gli orsi e possiamo continuare con una processione interminabile. L’ammirazione, come spesso accade nell’uomo, rimane epidermica e, per questo, è meglio che quegli animali così belli se stiano negli zoo, nelle riserve, meglio ancora nei documentari, insomma dovunque, tranne che in posti in cui potremmo avere con loro incontri ravvicinati. Questa linea di pensiero è sempre accompagnata da un' altra, del tutto simmetrica: esistono animali che sono cattivi, o ripugnanti, comunque "nemici dell' uomo": possono essere grandi, come gli squali; meno grandi, come i serpenti o piccoli, come i ragni e tutti gli insetti, con l' unica eccezione delle farfalle che - essendo belle - sono anche buone.
Ora aiutiamo qualcuno dei molti sedicenti amici degli animali che, magari inconsapevolmente, condividono questo modo di pensare, a conoscere da vicino uno degli esseri viventi che più inducono ripugnanza e terrore: lo scorpione. Silenzio, pazienza e mancanza di paraocchi, non serve nient’altro.
Lo scorpione è cattivo, attacca l' uomo, il suo veleno è mortale. E ti starebbe veramente bene, uomo usurpatore, che lo scorpione rivendicasse il suo antico diritto sul mondo: è stato il primo animale a lasciare il mare, 350 milioni di anni fa, a trascinarsi sulle terre emerse e colonizzarle. Se ci fosse stato l' uomo, davvero avrebbe avuto una paura da novanta: ce n' erano di lunghi fino a un metro, ma, appunto, a quel tempo l' uomo non era ancora neppure un progetto. Da allora il mondo è mutato molto e molte volte, ma lo scorpione è rimasto simile a se stesso, adattandosi e differenziandosi: attualmente ne esistono alcune centinaia di specie e difficilmente la specie umana riuscirà a battere questo primato. Se per i moderni zoologi rappresenta un affascinante enigma e l'immaginazione dei nostri progenitori fu colpita dall’aspetto e dal modo di vivere di questo animale che, senza essere né rettile né insetto, è tuttavia caratterizzato da entrambe le nature. E’ insetto per la corazza che lo ricopre, ma rettile per la vita sotterranea che conduce.
Grava sullo scorpione il peso di miti e leggende contraddittorie: gli Egizi lo adoravano in forma di dea e lo scorpione fu onorato come dio sotto le sembianze femminili della dea Selkhet, divinità benevola, protettrice delle profondità della terra, che conferiva poteri taumaturgici ai suoi adepti. I sacerdoti di Selkhet erano abilissimi incantatori di scorpioni ed erano in grado di farli uscire dalle loro tane senza correre il pericolo di essere punti; ancora oggi, in Oriente, vi sono persone che riescono a sopportare il continuo contatto con queste “spaventose” bestiole. Sempre in Egitto, Iside in fuga dopo la morte di Osiride, secondo lettura di alcuni geroglifici, era accompagnata da sette ancelle-scorpione; ed è più volte raffigurata col corpo di scorpione e la testa di donna e viceversa. Se presso i Maya lo scorpione era adorato come dio della caccia e simbolo della penitenza, nell'antica Grecia lo troviamo invece come strumento di vendetta usato da Artemide. Narra la leggenda che la dea, cacciatrice e protettrice della fauna, fu offesa da Orione che voleva distruggere tutti gli animali del creato e mandò come punizione un grande scorpione che punse mortalmente Orione al tallone. Artemide, riconoscente, trasformò lo scorpione in una costellazione e poiché anche Orione aveva subito la stessa sorte, da allora e per sempre la costellazione d'Orione è costretta a sfuggire a quella dello Scorpione.
Nel Vecchio e Nuovo Testamento lo scorpione raffigura il nemico, il demonio; nel libro di Ezechiele vengono indicati con il nome di questo animale coloro che sono nemici del profeta e della parola divina. Era quindi consequenziale che sin dalle sue origini, il cristianesimo adottasse lo scorpione come simbolo dell’eresia e della dialettica speciosa, della ragione "pericolosa" che discute il dogma rimettendo in discussione gli argomenti della fede con il rischio di minare la parola dei Padri della Chiesa. Incarna, per questo motivo, anche la lusinga pericolosa e l’argomentare diabolico, tanto che nel medioevo la simbologia mostrava lo scorpione mentre esce dalla bocca dell’esorcizzato o entra nell’orecchio del peccatore, per indurlo in tentazione.
Nei tarocchi lo scorpione corrisponde alla sedicesima tavoletta, quella della torre fulminata o Casa-Dio. Il fuoco del cielo, sotto forma di cometa o di fulmine, colpisce la torre che, pur vacillando, non ne è distrutta.. Da qui il motto latino-medievale, "In cauda venenum": lo scorpione si avvicina alla vittima con leggerezza, e poi la uccide con un colpo di coda, esattamente come la dialettica mina il dogma con la dolcezza della ragione e poi lo finisce con la irrefutabile conclusione logica.
I realtà, lo scorpione è un esempio formidabile di abnegazione e amor materno: la gravidanza dura fino a un anno e mezzo, e poi la madre si porta a spasso i piccoli sulla schiena. Ed è simbolo di personalità vulcanica: quando si trova in difficoltà, ne esce con soluzioni agili e improvvise. Dal punto di vista astrologico lo Scorpione indica l'ottavo segno (21 ottobre - 21 novembre) e l'ottava casa, quella della morte e della trasmutazione; è infatti il numero otto, simbolo dell'infinito, che viene rappresentato con la doppia spirale che si erge verticalmente. Il segno dello Scorpione corrisponde a Plutone, pianeta oscuro e misterioso, astro dei maghi e degli alchimisti, dei cacciatori e dei draghi, padrone dei mostri che ha assoggettato. E’ inteso come nodo della vita e della morte, nel corso dell'anno rappresenta il ripiegamento fertile dell'autunno che, dopo la morte dell'estate, da inizio alla lunga gestazione invernale.
Analogamente, sul corpo umano corrisponde ai genitali, quali strumento per la sopravvivenza del genere umano, fonte di piacere e d'amore. Ma se è simbolo della vita e della rigenerazione della vita fisica, è pure simbolo di morte che, mettendo fine all'esistenza mondana, dà l'accesso a quella ultraterrena.
Non è solo una credenza popolare ritenere che lo scorpione, se non riesce nello scopo che si è prefisso o se viene circondato dal fuoco, si dia la morte pungendosi da solo.
Nell’interpretazione simbolica della psicologia del profondo, lo scorpione, come il serpente ed ogni altro rettile, è simbolo che richiama immagini di particolari forze primitive, ancestrali che, come questo animale, sono presenti nel mondo dalla notte dei tempi. Uno degli Archetipi di C.G.Jung.
E’ ancora simbolo dell’individuo che riesce ad essere veramente se stesso solo quando si trova tra ostacoli, quando è posseduto da un demone interiore, quando non vuole il proprio quieto benessere, ma si tende fino all’angoscia del vivere, lacerato tra il richiamo di Dio e la tentazione diabolica. Questa natura vulcanica che lo scorpione raffigura, tratteggia l’immagine di un uomo simile ad un uccello che apre le sue ali solo nel mezzo delle tempeste, poiché la sua natura tende ai temporali e il suo luogo è quello della tragedia. Simbolo di distruzione e creazione, di morte e rinascita, lo scorpione è l’eterna dialettica che da sempre, a differenza dell'animale che la simboleggia, muta il mondo continuamente.
Simbolo medioevale dell'eresia (modernamente potremmo dire della "contestazione") è la capacità di operare fino in fondo, portando la contestazione fino alla simbolica rivoluzione che, per quanto crudele e violenta possa apparire, è assolutamente necessaria poiché contiene la potenzialità di rinnovare, tramite la morte simbolica, il pensiero di cui l'umanità da sempre si alimenta.
Come amico-nemico, mi pare si sia caricato di troppe valenze lo scorpione, una delle tante forme di vita comparse sul pianeta Terra e intenzionato a restarvi, senza dare volontariamente fastidio a nessuno.
Dulcis in fundo, molto frequente in araldica, lo scorpione è “l’uomo che non perdona”. La città di Taranto dal 1927 ha come stemma lo scorpione, che tra le chele regge la corona del principato jonico. Ancora una curiosità, il preparatore automobilistico Karl Abarth ne ha fatto il proprio marchio di fabbrica, essendo questo il suo segno zodiacale, dal 1950 al 1971.
Ora aiutiamo qualcuno dei molti sedicenti amici degli animali che, magari inconsapevolmente, condividono questo modo di pensare, a conoscere da vicino uno degli esseri viventi che più inducono ripugnanza e terrore: lo scorpione. Silenzio, pazienza e mancanza di paraocchi, non serve nient’altro.
Lo scorpione è cattivo, attacca l' uomo, il suo veleno è mortale. E ti starebbe veramente bene, uomo usurpatore, che lo scorpione rivendicasse il suo antico diritto sul mondo: è stato il primo animale a lasciare il mare, 350 milioni di anni fa, a trascinarsi sulle terre emerse e colonizzarle. Se ci fosse stato l' uomo, davvero avrebbe avuto una paura da novanta: ce n' erano di lunghi fino a un metro, ma, appunto, a quel tempo l' uomo non era ancora neppure un progetto. Da allora il mondo è mutato molto e molte volte, ma lo scorpione è rimasto simile a se stesso, adattandosi e differenziandosi: attualmente ne esistono alcune centinaia di specie e difficilmente la specie umana riuscirà a battere questo primato. Se per i moderni zoologi rappresenta un affascinante enigma e l'immaginazione dei nostri progenitori fu colpita dall’aspetto e dal modo di vivere di questo animale che, senza essere né rettile né insetto, è tuttavia caratterizzato da entrambe le nature. E’ insetto per la corazza che lo ricopre, ma rettile per la vita sotterranea che conduce.
Grava sullo scorpione il peso di miti e leggende contraddittorie: gli Egizi lo adoravano in forma di dea e lo scorpione fu onorato come dio sotto le sembianze femminili della dea Selkhet, divinità benevola, protettrice delle profondità della terra, che conferiva poteri taumaturgici ai suoi adepti. I sacerdoti di Selkhet erano abilissimi incantatori di scorpioni ed erano in grado di farli uscire dalle loro tane senza correre il pericolo di essere punti; ancora oggi, in Oriente, vi sono persone che riescono a sopportare il continuo contatto con queste “spaventose” bestiole. Sempre in Egitto, Iside in fuga dopo la morte di Osiride, secondo lettura di alcuni geroglifici, era accompagnata da sette ancelle-scorpione; ed è più volte raffigurata col corpo di scorpione e la testa di donna e viceversa. Se presso i Maya lo scorpione era adorato come dio della caccia e simbolo della penitenza, nell'antica Grecia lo troviamo invece come strumento di vendetta usato da Artemide. Narra la leggenda che la dea, cacciatrice e protettrice della fauna, fu offesa da Orione che voleva distruggere tutti gli animali del creato e mandò come punizione un grande scorpione che punse mortalmente Orione al tallone. Artemide, riconoscente, trasformò lo scorpione in una costellazione e poiché anche Orione aveva subito la stessa sorte, da allora e per sempre la costellazione d'Orione è costretta a sfuggire a quella dello Scorpione.
Nel Vecchio e Nuovo Testamento lo scorpione raffigura il nemico, il demonio; nel libro di Ezechiele vengono indicati con il nome di questo animale coloro che sono nemici del profeta e della parola divina. Era quindi consequenziale che sin dalle sue origini, il cristianesimo adottasse lo scorpione come simbolo dell’eresia e della dialettica speciosa, della ragione "pericolosa" che discute il dogma rimettendo in discussione gli argomenti della fede con il rischio di minare la parola dei Padri della Chiesa. Incarna, per questo motivo, anche la lusinga pericolosa e l’argomentare diabolico, tanto che nel medioevo la simbologia mostrava lo scorpione mentre esce dalla bocca dell’esorcizzato o entra nell’orecchio del peccatore, per indurlo in tentazione.
Nei tarocchi lo scorpione corrisponde alla sedicesima tavoletta, quella della torre fulminata o Casa-Dio. Il fuoco del cielo, sotto forma di cometa o di fulmine, colpisce la torre che, pur vacillando, non ne è distrutta.. Da qui il motto latino-medievale, "In cauda venenum": lo scorpione si avvicina alla vittima con leggerezza, e poi la uccide con un colpo di coda, esattamente come la dialettica mina il dogma con la dolcezza della ragione e poi lo finisce con la irrefutabile conclusione logica.
I realtà, lo scorpione è un esempio formidabile di abnegazione e amor materno: la gravidanza dura fino a un anno e mezzo, e poi la madre si porta a spasso i piccoli sulla schiena. Ed è simbolo di personalità vulcanica: quando si trova in difficoltà, ne esce con soluzioni agili e improvvise. Dal punto di vista astrologico lo Scorpione indica l'ottavo segno (21 ottobre - 21 novembre) e l'ottava casa, quella della morte e della trasmutazione; è infatti il numero otto, simbolo dell'infinito, che viene rappresentato con la doppia spirale che si erge verticalmente. Il segno dello Scorpione corrisponde a Plutone, pianeta oscuro e misterioso, astro dei maghi e degli alchimisti, dei cacciatori e dei draghi, padrone dei mostri che ha assoggettato. E’ inteso come nodo della vita e della morte, nel corso dell'anno rappresenta il ripiegamento fertile dell'autunno che, dopo la morte dell'estate, da inizio alla lunga gestazione invernale.
Analogamente, sul corpo umano corrisponde ai genitali, quali strumento per la sopravvivenza del genere umano, fonte di piacere e d'amore. Ma se è simbolo della vita e della rigenerazione della vita fisica, è pure simbolo di morte che, mettendo fine all'esistenza mondana, dà l'accesso a quella ultraterrena.
Non è solo una credenza popolare ritenere che lo scorpione, se non riesce nello scopo che si è prefisso o se viene circondato dal fuoco, si dia la morte pungendosi da solo.
Nell’interpretazione simbolica della psicologia del profondo, lo scorpione, come il serpente ed ogni altro rettile, è simbolo che richiama immagini di particolari forze primitive, ancestrali che, come questo animale, sono presenti nel mondo dalla notte dei tempi. Uno degli Archetipi di C.G.Jung.
E’ ancora simbolo dell’individuo che riesce ad essere veramente se stesso solo quando si trova tra ostacoli, quando è posseduto da un demone interiore, quando non vuole il proprio quieto benessere, ma si tende fino all’angoscia del vivere, lacerato tra il richiamo di Dio e la tentazione diabolica. Questa natura vulcanica che lo scorpione raffigura, tratteggia l’immagine di un uomo simile ad un uccello che apre le sue ali solo nel mezzo delle tempeste, poiché la sua natura tende ai temporali e il suo luogo è quello della tragedia. Simbolo di distruzione e creazione, di morte e rinascita, lo scorpione è l’eterna dialettica che da sempre, a differenza dell'animale che la simboleggia, muta il mondo continuamente.
Simbolo medioevale dell'eresia (modernamente potremmo dire della "contestazione") è la capacità di operare fino in fondo, portando la contestazione fino alla simbolica rivoluzione che, per quanto crudele e violenta possa apparire, è assolutamente necessaria poiché contiene la potenzialità di rinnovare, tramite la morte simbolica, il pensiero di cui l'umanità da sempre si alimenta.
Come amico-nemico, mi pare si sia caricato di troppe valenze lo scorpione, una delle tante forme di vita comparse sul pianeta Terra e intenzionato a restarvi, senza dare volontariamente fastidio a nessuno.
Dulcis in fundo, molto frequente in araldica, lo scorpione è “l’uomo che non perdona”. La città di Taranto dal 1927 ha come stemma lo scorpione, che tra le chele regge la corona del principato jonico. Ancora una curiosità, il preparatore automobilistico Karl Abarth ne ha fatto il proprio marchio di fabbrica, essendo questo il suo segno zodiacale, dal 1950 al 1971.