Non ci capisco più niente: ma io ho ingenuity or naivety? Cioé, sono ingegnosa o soltanto ingenua?
di
Michela Tartaglia
Identikit del Falso Amico
C’è il glossario di Mauro Baglieri, anglologo, composto di 1900 voci e dedicato a quei lemmi che, pur presentando una certa somiglianza ortografica con l’italiano (è il caso di "incident", "actual", "truce"...che non significano affatto "incidente", "attuale" o "truce") ne divergono sostanzialmente nel significato. Poiché tali termini traggono “pericolosamente” in inganno la nostra fiducia, dissuadendoci dal consultare il dizionario, per questa somiglianza apparente sono conosciuti come “Falsi Amici”.
Origine dei Falsi Amici
L’ambiguità linguistica ha precise cause storico-sociali. I dialetti anglosassoni di origine germanica, molto simili all’islandese e ad altre lingue scandinave, furono presto “contaminati”, anche se in misura lieve nell’alto medioevo, dal latino dei primi monaci cristiani che nel V-VI sec D.C. cominciarono ad evangelizzare le isole britanniche. Ma ciò che cambiò radicalmente la lingua inglese fu l’invasione dei normanni nel 1066, discendenti essi stessi (come gli anglosassoni) da tribù scandinave, che avevano “addolcito” i loro costumi vichinghi dopo due secoli di invasioni e di razzie con morte e devastazione nel nord della Francia. Convertitisi al cristianesimo, furono fatti feudatari dal Re di Francia e adottarono la lingua di questo paese. A partire dall’XI secolo (periodo della conquista dell’Inghilterra) imposero dunque anche a Londra, con limitato successo sulla popolazione, la loro lingua e cultura. A questo “rimescolamento linguistico” si aggiunse quattro-cinque secoli più tardi l’opera degli umanisti, che, oltre ad introdurre molte altre parole latine, ne portarono anche di greche e italiane. Si trattò allora di un lungo processo, durato circa dieci secoli, al termine dei quali (l’Età di Shakespeare, XVI-XVII secc.) si formò una lingua “ibrida” che, accanto ai termini germanici, conserva quelli romanzi o gli originali latini e greci, con tanto di declinazione plurale (Lat. medium, media; fungus, fungi; greco phenomenon, phenomena). Un patrimonio linguistico inestimabile.
Gli anglosassoni (popolazione autoctona) dicevano per esempio “pig”, i franco-normanni “porc”, e poi gli uni e gli altri usarono l’una o l’altra parola indiscriminatamente per un certo periodo. Ma la legge della selezione naturale vale anche per le lingue, e i sinonimi romanzi si trovarono a competere, per la loro sopravvivenza con quelli anglosassoni. Al distacco dell’Inghilterra dalla Francia nel XIII sec., molti francofoni, ormai “naturalizzati”, persero l’uso della lingua francese (fenomeno attestato umoristicamente da Chaucer quando si prende un po’ gioco del francese “scolastico” della suora delle Storie di Canterbury). L’assimilazione dei franco-normanni fu cementata, inoltre, dai frequenti matrimoni misti con l’aristocrazia anglosassone. I figli di queste unioni erano bilingui e introdussero molte parole germaniche nell’anglonormanno;viceversa, l’anglosassone ”vichingo”originale vide molte delle sue parole decimate per l’introduzione di termini francesi. Molte parole anglosassoni e francesi dal significato identico furono, dunque, eliminate per economia linguistica; in altri casi i sinonimi sopravvissero, rinnegando se stessi nel loro significato originale. Allora, il francese “actual”(oggi “actuel”) assunse il significato di “vero”e “chant” fu relegato ai canti militari. Altre parole come “rumour”(oggi “rumeur”), già falsi amici in francese, lo restarono in inglese: “rumour” vuol dire, come nella lingua d’origine, “voce, diceria” e non ”rumore”. Queste parole hanno fotografato, come la pietra per i fossili, quelle antiche lotte di potere tra anglosassoni e normanni, restando immutate in Inghilterra nella loro antica forma, mentre la parola originale si evolveva in Francia.
Dai più falsi ai più sinceri
Per la complessità storico-linguistica del fenomeno ora descritto e delle lingue in genere, non è naturalmente possibile creare una partizione esatta tra un campo e l’altro: alcune parole sono sempre falsi amici (actual, rumour, injure ) e altre lo sono solo in determinate accezioni (absorbed = “assorto”, ma anche “assorbito”; celebrate = “festeggiare”, ma anche “celebrare”, incidental = “casuale”, ma anche “incidentale”).
Per convenzione e comodità, si individuano nel lessico inglese cinque categorie principali: 1- i falsi amici veri e propri; 2- amici che sono “falsi” in alcune accezioni; 3- lemmi di origine romanza, greca e latina, ma che falsi amici non sono, perché la traduzione intuitiva di questi termini non induce in errore; 4- parole inglesi che sono diventate falsi amici per un uso linguistico errato al momento della loro importazione nella lingua italiana; 5- quelle parole anglosassoni che solo per pura coincidenza con l’italiano si trovano nella posizione di essere tradotte erroneamente:
1-ACTUALLY, INCIDENT, o INJURE non significano “attualmente”, “incidente”, “ingiuria”. Il loro vero significato è rispettivamente “veramente", "a dire il vero”, “ avvenimento, evento” e “ferire fisicamente”. Per parole come queste, tutti i significati si discostano dall’italiano.
2-APPREHENSION significa “cattura”, ma anche “apprensione” come in italiano; PRETEND vuol dire sia “far finta” sia “pretendere”; COMFORT vuol dire, “agio, comodità, comfort”, ma anche “conforto”
3-CASTLE (castello), SOLDIER (soldato), GET (prendere, andare) non inducono evidentemente ad errore. Per questo non sono elencate nel glossario.
4. Lemmi come BEAUTY CASE (evidenziati in corsivo perché inesistenti in inglese), quelli il cui significato è cambiato in italiano come FOOTING e FLIPPER sono virtuosismi tutti italiani.
5-Il quinto gruppo di parole “equivocabili” per pura coincidenza contiene parole come SCAMP, BARK, BULL, che non significano “scampare”, “barca”, o “bullo”, ma: “peste, bricconcello”, “corteccia”, “toro”.
C’è il glossario di Mauro Baglieri, anglologo, composto di 1900 voci e dedicato a quei lemmi che, pur presentando una certa somiglianza ortografica con l’italiano (è il caso di "incident", "actual", "truce"...che non significano affatto "incidente", "attuale" o "truce") ne divergono sostanzialmente nel significato. Poiché tali termini traggono “pericolosamente” in inganno la nostra fiducia, dissuadendoci dal consultare il dizionario, per questa somiglianza apparente sono conosciuti come “Falsi Amici”.
Origine dei Falsi Amici
L’ambiguità linguistica ha precise cause storico-sociali. I dialetti anglosassoni di origine germanica, molto simili all’islandese e ad altre lingue scandinave, furono presto “contaminati”, anche se in misura lieve nell’alto medioevo, dal latino dei primi monaci cristiani che nel V-VI sec D.C. cominciarono ad evangelizzare le isole britanniche. Ma ciò che cambiò radicalmente la lingua inglese fu l’invasione dei normanni nel 1066, discendenti essi stessi (come gli anglosassoni) da tribù scandinave, che avevano “addolcito” i loro costumi vichinghi dopo due secoli di invasioni e di razzie con morte e devastazione nel nord della Francia. Convertitisi al cristianesimo, furono fatti feudatari dal Re di Francia e adottarono la lingua di questo paese. A partire dall’XI secolo (periodo della conquista dell’Inghilterra) imposero dunque anche a Londra, con limitato successo sulla popolazione, la loro lingua e cultura. A questo “rimescolamento linguistico” si aggiunse quattro-cinque secoli più tardi l’opera degli umanisti, che, oltre ad introdurre molte altre parole latine, ne portarono anche di greche e italiane. Si trattò allora di un lungo processo, durato circa dieci secoli, al termine dei quali (l’Età di Shakespeare, XVI-XVII secc.) si formò una lingua “ibrida” che, accanto ai termini germanici, conserva quelli romanzi o gli originali latini e greci, con tanto di declinazione plurale (Lat. medium, media; fungus, fungi; greco phenomenon, phenomena). Un patrimonio linguistico inestimabile.
Gli anglosassoni (popolazione autoctona) dicevano per esempio “pig”, i franco-normanni “porc”, e poi gli uni e gli altri usarono l’una o l’altra parola indiscriminatamente per un certo periodo. Ma la legge della selezione naturale vale anche per le lingue, e i sinonimi romanzi si trovarono a competere, per la loro sopravvivenza con quelli anglosassoni. Al distacco dell’Inghilterra dalla Francia nel XIII sec., molti francofoni, ormai “naturalizzati”, persero l’uso della lingua francese (fenomeno attestato umoristicamente da Chaucer quando si prende un po’ gioco del francese “scolastico” della suora delle Storie di Canterbury). L’assimilazione dei franco-normanni fu cementata, inoltre, dai frequenti matrimoni misti con l’aristocrazia anglosassone. I figli di queste unioni erano bilingui e introdussero molte parole germaniche nell’anglonormanno;viceversa, l’anglosassone ”vichingo”originale vide molte delle sue parole decimate per l’introduzione di termini francesi. Molte parole anglosassoni e francesi dal significato identico furono, dunque, eliminate per economia linguistica; in altri casi i sinonimi sopravvissero, rinnegando se stessi nel loro significato originale. Allora, il francese “actual”(oggi “actuel”) assunse il significato di “vero”e “chant” fu relegato ai canti militari. Altre parole come “rumour”(oggi “rumeur”), già falsi amici in francese, lo restarono in inglese: “rumour” vuol dire, come nella lingua d’origine, “voce, diceria” e non ”rumore”. Queste parole hanno fotografato, come la pietra per i fossili, quelle antiche lotte di potere tra anglosassoni e normanni, restando immutate in Inghilterra nella loro antica forma, mentre la parola originale si evolveva in Francia.
Dai più falsi ai più sinceri
Per la complessità storico-linguistica del fenomeno ora descritto e delle lingue in genere, non è naturalmente possibile creare una partizione esatta tra un campo e l’altro: alcune parole sono sempre falsi amici (actual, rumour, injure ) e altre lo sono solo in determinate accezioni (absorbed = “assorto”, ma anche “assorbito”; celebrate = “festeggiare”, ma anche “celebrare”, incidental = “casuale”, ma anche “incidentale”).
Per convenzione e comodità, si individuano nel lessico inglese cinque categorie principali: 1- i falsi amici veri e propri; 2- amici che sono “falsi” in alcune accezioni; 3- lemmi di origine romanza, greca e latina, ma che falsi amici non sono, perché la traduzione intuitiva di questi termini non induce in errore; 4- parole inglesi che sono diventate falsi amici per un uso linguistico errato al momento della loro importazione nella lingua italiana; 5- quelle parole anglosassoni che solo per pura coincidenza con l’italiano si trovano nella posizione di essere tradotte erroneamente:
1-ACTUALLY, INCIDENT, o INJURE non significano “attualmente”, “incidente”, “ingiuria”. Il loro vero significato è rispettivamente “veramente", "a dire il vero”, “ avvenimento, evento” e “ferire fisicamente”. Per parole come queste, tutti i significati si discostano dall’italiano.
2-APPREHENSION significa “cattura”, ma anche “apprensione” come in italiano; PRETEND vuol dire sia “far finta” sia “pretendere”; COMFORT vuol dire, “agio, comodità, comfort”, ma anche “conforto”
3-CASTLE (castello), SOLDIER (soldato), GET (prendere, andare) non inducono evidentemente ad errore. Per questo non sono elencate nel glossario.
4. Lemmi come BEAUTY CASE (evidenziati in corsivo perché inesistenti in inglese), quelli il cui significato è cambiato in italiano come FOOTING e FLIPPER sono virtuosismi tutti italiani.
5-Il quinto gruppo di parole “equivocabili” per pura coincidenza contiene parole come SCAMP, BARK, BULL, che non significano “scampare”, “barca”, o “bullo”, ma: “peste, bricconcello”, “corteccia”, “toro”.